1960—2006
Verso gli anni sessanta, Sigfrido Bartolini comincia a praticare in modo costante la tecnica dell’acquerello e la proseguirà per tutta la vita.
Il pittore dipinge l’acquerello sempre dal vero, e lo assume sia come linguaggio autonomo che come fase intermedia per la realizzazione delle composizioni a olio che, invece, vengono eseguite sempre nello studio.
Vale a dire che, per l’artista, l’acquerello diventa un filtro mentale fra il vero di natura e l’opera pittorica nella sua definizione più elaborata (l’olio).
L’acquerello comanda una tecnica severa, che non tollera pentimenti e correzioni, ma è di spirito lieve. Quindi, se nella pittura a olio, Sigfrido esprime il sentimento del tragico, nell’acquerello capta e trattiene i momenti lirici.
Sigfrido Bartolini ha assegnato il linguaggio della distensione all’acquerello, il falso semplice ma rigorosamente esigente acquerello.
...le rare volte che un artista giunga a possederne la tecnica e decida di assumerlo nei suoi linguaggi, allora l'innocente acquerello compie le meraviglie che raggiunge sotto il pennello di Sigfrido.
Piero Buscaroli